Giovane Ruiz Picasso and his protocomics – la passio` del dibuix

[IT] Pare che i disegni di Pablo Ruiz Picasso da giovane sono stati esposti (quanto esposti quanto disponibili previo appuntamento non capisco) al museo Musee Picasso di Barcelona qualche anno fa.  Lo segnala blog PulpHope qui. Ho cercato qualcosa sul sito del Museo, e ho trovato una mostra interessante del 2006 (EN). Piu` riflessioni (anche sulle connessioni tra il fumetto, frammentazione, sequenza e il cubismo), dopo/clickando "Continua"). E` interessante che PulpHope l’ho scoperto leggendo un’altro blog molto interessante che e` Book by its cover. L’articolo e` pulphope-the-art-of-paul-pope. Lo consiglio, il blog "libro dalla copertina", a chi interessano i libri, la stampa, i fumetti, le belle cose fatte di carta, l’illustrazione, design, e cosi` via.

[EN] From  this PulpHope post: Pablo Picasso’s preserved child drawings are (were) now (then) housed at the Musee Picasso in Barcelona. I looked it up on the museum site and found this interesting exhibition from the 2006 (EN). For more thoughts (also concerning the relation between comics, fragmentation, sequence and cubism), and some citations click "Continua". I discovered PulpHope through the very interesting Book by its cover blog (post:pulphope-the-art-of-paul-pope), which may be of interest to who care for things such as comics, printing, illustration, books, … beautiful things made of paper.

[HR] Blog PulpHope pise o Picassovim vrlo ranim radovima, iz vremena kada je bio dijete. Posto navodi Musee Picasso u Barceloni, potrazila sam na njihovoj stranici i nasla jednu zanimljivu izlozbu iz 2006. (EN). Vise o razmatranjima o stripu, sekvenci, kubizmu i tako dalje mozete procitati nakon "Continua". Inace, zanimljivo je da sam PulpHope otkrila preko bloga Book by its cover  citajuci post pulphope-the-art-of-paul-pope. Blog "knjiga po koricama" bi moglo biti zanimljivo nekome koga interesiraju knjige, stripovi, stampa, uvezi, ilustracija… i opcenito lijepe papirnate stvari.

 


[IT] La descrizione e` interessante perche` racconta come le prime parole
del pittore erano "cil cil" – chiedeva una matita. Eh, se nasceva in
una casa che ne so di cuochi, orologiai, … va beh, tanto mi e` ormai
passata la frustrazione identitaria di voler essere considerata una
disegnatrice/pitrice/artistavisiva/fumettista/whatever. E
intanto il maestro pare abbia sostenuto, citando dal sito di Musee
Picasso, che quando avevo dodici anni sapeva disegnare come Raffaello,
ma ci ha messo tutta una vita per imparare a disegnare come un bambino.
Il disegno sopra, fatto quando aveva dodici anni, e` interessante
perche` e` un proto-fumetto, e come sottolinea Natasha Staller *, e`
interessante notare il gusto di Pablo Picasso per la frammentazione,
per la sequenza, che e` una cosa vicina alla logica del fumetto (in
quanto arte sequenziale) e del cubismo e di questo, al epoca molto
popolare, format chiamato’aleluya’ (qualcuno ne sa qualcosa?), ecc.

[EDIT.IT10.02.2008] Cito anche un passaggio dal libro Picasso*** di Gertrude Stein, perche` stamattina ho apertoa caso questa pagina (nella edizione e` la 24-25)

"Lo strano e` dappertutto, anche nei quadri, un quadro puo` sembrarvi stranissimo, e dopo un po` di tempo non soltanto non sembra piu`strano ma e` impossibile dire che cosa avesse di strano.

Un bambino vede lla faccia di sua madre, e la vede in modo completamente diverso da come la vedono gli altri. Non sto parlando dell’anima della madre, ma dei tratti, dell’intera faccia; il bambino la vede molto da vicino e` una faccia grande  per gli occhi di un piccino, il bambino, per un po`, vede solo una parte della faccia della madre, conosce un tratto e non l’altro, un lato e non l’altro: alla sua maniera, Picasso conosce le facce come un bambino, conosce le facce, la testa, il corpo. Stava dunque cominciando a cercare di esprimere questa consapevolezza e la lotta era terribile perche`, tranne certa scultura africana, nessuno aveva mai provato a rappresentare le cose vedute non come si sa che sono, ma come sono quando uno le vede senza ricordare di averle guardate. [il grasseto e` mio – perply]. A pensarci bene, il piu` delle volte vediamo un solo tratto della persona con cui stiamo, gli altri tratti sono coperti da un cappello, dalla luce, da una tenuta sportiva. Ognuno e` abituato a completare l’insieme con quello che sa: ma Picasso, quando vedeva un occhio, l’altro non esisteva, per lui esisteva solo quello che vedeva. Come pittore, soprattutto come pittore spagnolo, aveva ragione: uno vede quello che vede, il resto e` ricostruzione a memoria e i pittori non hanno niente a che fare con la ricostruzione, niente a che fare con la memoria, si occupano solo delle cose visibili. Il cubismo di Picassofu lo sforzo di fare un quadro con queste cose visibili, e il risultato fu sconcentrantem per lui e per gli altri. Ma che altro poteva fare? Un creatore puo` fare solo una cosa, puo` solo continuare, ecco quello che puo` fare."

E` affascinante leggere questo in luce del fatto che Pablo Ruiz Picasso aveva anche una consapevolezza del insieme, delle regole della "prospettiva" [Wikipedia], dell’anatomia, del disegno. Ci e` voluto un grande sforzo, da parte sua, per "imparare a disegnare come un bambino". Come un insegnante ad un corso che ho seguito ha detto "Picasso non aveva paura di fare un disegno brutto", osava di farlo. Al di la` delle opinioni sulla definizone di ‘brutto’, la frase rende l’idea. Il Picasso ci teneva piu` ad esplorare che a seddure con la pittura, e forse anche per questo il suo lavoro ci risulta cosi` convincente, accattivante, pieno di energia. Sara` il fascino del coraggio, della verita`, di una verita` intensa anche se limitata, frammentaria, personale, …

Ok, sto idealizzando, ma non e` facile disegnare quello che ci si vede e non sto neanche a parlare ne di Zen, ne di Buddismo, ne di "qui ed ora". Citero` ancora una volta i pregiudizi visivi, di cui ho sentito parlare da Lorenzo Sartori. Uno spesso disegna quello che crede di vedere – l’idea, il simbolo il "pregiudizio" di una cosa, per esempio, una porta, una faccia, un’albero. E’ un geroglifico che rappresenta sopratutto la visione frontale, senza dettagli, generica, piatta. Invece il mondo puo` essere percepito anche come una continua interazione, al di la` della gabbia delle nouns, dei "nomi" delle cose, al di la` del verbo "essere" in quanto uno strumento della definizone e assegnazione dei ruoli. E qui le cose possono essere almeno viste se non anche vissute (subentra il denaro e altri fattori del genere), e la pittura acquisisce un senso fortemente alchimico, nel senso della compartecipazione nella realta` in quanto trasformazione. 

Osservando le cose e dipingendole con questa consapevolezza io mi sento piu` viva, piu` partecipe del mondo, un filo meno igabbiata. Succede.

[EN] I tried to look it up on the museum site and I found this, which is interesting because it contains these phrases:

"It also makes clear that the human form lay at the heart of
Picasso’s work. Picasso’s passion for drawing dates back to his childhood,
just as his mother – María Picasso López – recounts in the anecdote
of Picasso’s first words, which were said to be cil cil, to ask for
a pencil. The childhood passion never waned throughout his long life
as Picasso drew incessantly and laid his emotions and creations bare
on paper, just as he would have done with a personal diary, creating
characters like a writer. Drawing therefore plays a vital role in
the origins and development of Picasso’s artistic career: ‘When I
was twelve I could draw like Rafael, but it has taken me my whole
life to learn to paint like a child.’"

The image above is from when Pablo Picasso was twelve, and as

"In this picture, as Natasha Staller* points of in her book A SUM OF
DESTRUCTIONS, the young Picasso made a series of sequential images–
his version of a then-popular comic-strip-like format known as an
‘aleluya’. The drawing dramatizes the cutting in two of a lion’s body,
and demonstrates how the act of drawing could fragment and alter
objects protrayed.

The bottom-half of the page features a
scene depicting a religious procession, with ‘imagenes’ of a Christ and
Virgin. Above this, in this seemingly-unreated sequence moving
backwards, right to left, bottom to top– a hero pulls open a drawer,
only to be terrified by an enormous lion’s head popping out of the
second image. He retaliates in the third, by slicing the lion (as a
bowler-hatted gent in the top area pisses obliviously into a corner).
In the next sketch, the lion tumbles downward as it splits in two, the
front and back halves apparently still alive. In the last, the formerly
threatening lion’s body parts are reduced to rugs– to trophies– upon
which women dance, as the hero lords over the scene. Pablo numbered
only two of the scenes, the last two of mastery and triumph, with a
giant 5 over the hero’s head. (‘Aleluyas’ –like comic strips–
themselves are divided: many parts, taken together, comprising a whole)."

[HR] Dakle, evo kratki sadrzaj jer moram se vratiti crtanju. Pablo Picasso je kao mali puno crtao. Prve su mu rijeci bile "cil, cil!", to jest odmah je trazio olovku. Kao sto sam kaze "sa 12 godina sam crtao kao Raffaello ali mi je trebao cijeli zivot da naucim crtati kao dijete." Gornji crtez je napravio sa 12 godina, ne ulazim u procjene i usporedbe (tko zna je li sve to uopce istina, ah povijest), ali je zanimljivo kako je taj rani rad jedna vrsta protostripa, kao sto istice Natasha Staller*. Zanimljivi su u ovom smislu citati koje navodim na engleskom ali nemam vremena prevoditi sve, osim ako nekog bas zanima. Recimo da se u toj sekvenci (a i strip je jedna umjetnost niza) vidi veza i sa kubizmom (fragmentacija, cjelovitost fragmenata kada se sloze zajedno, vrijeme, slijed) i sa formatom ‘Aleluya’, slicnom stripu, koji je bio popularan i to vrijeme (je li netko zna sto o tom formatu?). 

*  A SUM OF DESTRUCTIONS: PICASSO’S CULTURES & THE CREATION OF CUBISM, by Natasha Staller, Yale University Press, 2001 via PulpHope post lion-cut-in-half

*** Gertrude Stein, Picasso,  Milano, Adelphi Edizioni, 1973, edizione originale 1938, The Trustees of the Gertrude Stein Estate

 


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