Pain(t)surfer – nei quadri si nuota [appunti su Schnabel]

I quandri non li si guarda, nei quadri si nuota – questa era la
primissima cosa che ho pensato entrando nello spazio espositivo della
Rotonda della Besana dove e` allestita una mostra dedicata a Julian
Schnabel (fino al 16.9.07. – ancora pochi giorni). Quando entri nella
mostra di Schnabel respiri Schnabel. Ma "lui" e` liquido, e quindi lo
respiri come se fossi un pesce strano (sognato) immerso in un pozzo di
emulsificante per sogni. Avete presente quel liquido per sviluppare le foto?
Ecco, ma per sogni. Quindi niente fissativo. Perenne trasformazione.

art_as_shopping_my_first_schnabel.jpg

"Viviamo nell`epoca dell`informazione, (…). Hai visto la nuova grande
retrospettiva di Jackson Pollock al Museum of Modern Art? No, l`ho vista
in televisione… (Pausa)

Dobbiamo nuovamente apprendere l`esperienza semplice e diretta del
vedere realmente un dipinto?

Questo potrebbe in effetti essere un aspetto essenziale del lavoro di
Julian Schnabel (…)"

William Gaddis

"Per Julian Schnabel", dal catalogo della mostra

paintsurfer.jpg –  una pagina del mio sketchbook schnabelizzata, per l'onda ho usato la foto quindi la licenza e la stessa della foto (CreativeCommons)

Julian Schnabel – Pain(t)surfer – nei quadri si nuota

sulla mostra "SUMMER Dipinti 1976-2007"

a Milano 

"Schnabel l`artista e` nato cuoco
esperto, un cuoco che sin dall`inizio sapeva combinare gli elementi che
aveva a portata di mano dove si trovava. Come se, stufo dei cibi
terreni, dalla sua cucina divenuta oceano mandasse messaggi in panini
farciti di  fotografie, gioisse di Gaudi` e fosse diventato famoso per
aver rotto tutti i piatti da portata in immagini lievitate e condite con
i suoi sapori, i suoi colori e le sue consistenze. Nei riti della notte
di San Silvestro lo possiamo incontrare sulle spiagge a spargere oli,
essenze, miele, petali e altre delizio sui numerosi corpi di donna."

Jose` Fe`rez Kuri, "Tre istantanee (con Julian Schnabel)", dal catalogo
della mostra.

Gia`. Julian Schnabel, il cuoco, e` anche un pittore famoso per aver
dipinto sui piatti rotti. "Il mondo e` una dispensa", scrive inoltre
nello stesso saggio. Forse a New York, forse negli anni `80, circa, si
dice `80 perche` fa molto paradigma, poi boh, piu` o meno in quell'epoca
li`. Se ti trovavi scoperto e costruito nell` Forse l`autore intendeva dire che il mondo e` sempre li` come
una fonte d`ispirazione se siamo cuochi abbastanza fantasiosi per capirlo?
 
plate2.jpg – sono io che gioco con i piatti, neache rotti. hmm sembra piu` la faccia di Bourdain. Ah , il subconscio.
 
Mah.

La cucina ultimamente mi ossessiona, sopratutto i cuochi newyorkesi.
Come Anthony Bourdain. Come Julian Schnabel.


"Cammino per la stanza tappezzata dei tuoi grandi quadri e penso che
l`enorme bambina senza occhi che hai dipinto con le dita mi fa
l`occhiolino: sia io che lei ci asciughiamo le lacrime di gioia.
Commosso ti cerco e ti trovo disteso a pancia in giu` tra le lenzuola di
Oltaz; sembri un Proteo che sorge dalla spuma del mare, vorrei
cavalcarti e navigare gli oceani con te, per celebrare il viaggio di
vivere. Mi confermi che e` nel sogno che nascono le creazioni, non vuoi
svegliarti per non perdere qualche nuova visione; ti metti un pigiama e
usciamo contenti, e` gia` sera. Sembra che la gente e le case, le
strade, le auto e le insegne al neon galleggino in un mare di fantasia."

Jose` Fe`rez Kuri, "Tre istantanee (con Julian Schnabel)", dal catalogo
della mostra

 
 
JSchnabel_Untitled_Girl_with_no_eyes_2001_detail.jpg e
JSchnabel_Untitled_Girl_with_no_eyes_2001_instudio.jpg – la enorme ragazza senza occhi che "fa l`occhiolino" a Jose` Fe`rez Kuri
 
I quandri non li si guarda, nei quadri si nuota – questa era la
primissima cosa che ho pensato entrando nello spazio espositivo della
Rotonda della Besana dove e` allestita una mostra dedicata a Julian
Schnabel (fino al 16.9.07. – ancora pochi giorni). Quando entri nella
mostra di Schnabel respiri Schnabel. Ma "lui" e` liquido, e quindi lo
respiri come se fossi un pesce strano (sognato) immerso in un pozzo di
emulsificante per sogni. Avete presente quel liquido per sviluppare le foto?
Ecco, ma per sogni. Quindi niente fissativo. Perenne trasformazione.


"Viviamo nell`epoca dell`informazione, (…). Hai visto la nuova grande
retrospettiva di Jackson Pollock al Museum of Modern Art? No, l`ho vista
in televisione… (Pausa)

Dobbiamo nuovamente apprendere l`esperienza semplice e diretta del
vedere realmente un dipinto?

Questo potrebbe in effetti essere un aspetto essenziale del lavoro di
Julian Schnabel – che dipinge su legno, su frammenti di terraglia, sul
colore stesso – che richiede di guardare e guardare ancora, di superare
la tradizione americana del vedere l`arte come decorazione, come il
rifugio sicuro promesso dalla sezione del "New York Times" intitolata
"Arti e tempo libero", mettendo l`uno sullo stesso piano dell`altro e
quindi contribuendo al travisamento di questo ossimoro di moda ovunque
oggigiorno."

William Gaddis

"Per Julian Schnabel", dal catalogo della mostra

Ormai mi ero dimenticata quella sensazione … della pittura, essendo
rimasta a lungo in un mondo di disegni e disegnini, vignette, bozze,
gabbie, quadrati, prospettive, righe dritte, spazi logici. La liberta`
del colore che scolla, gia`, la liberta`. Gia`, il colore. Mi sono
dimenticata cosa puo` essere un quadro, e se e` fatto bene un quadro non
e` square per niente, non e` ne geometrico ne rigido, ne chiuso, ne
limitato. Un quadro puo` diventare una scatola multidimensionale e se la
apri contiene mondi.

Quindi i dipinti non li` si osserva, in essi si vive. Si passeggia. Si nuota. Si e`.

Non ho avuto questa sensazione dalla mostra di Basquiat. E mi sembra
anche giusto visto che questi due pittori sono correlati e che Julian
Schnabel su Jean Michel Basquiat ci ha fatto pure un film.

"Julian Schnabel aveva sempre voluto fare un film. E cosi`, quando Lech
Majewski, un regista polacco, lo intervisto` per un film che aveva in
programma di fare su Jean Michel Basquiat, Schnabel non pote` evitare di
appropriarsi del progetto. Diede a Majewski cinquantamilla dollari per
le ricerche fatte (altri cinquantamilla dollari gli vennero dati da
Peter Brant) e inizio` a girare il suo film. Dice Schnabel: "All`inizio
non volevo dirigere il film. Sono stato letteralmente costretto a farlo
per essere certo che la storia venisse raccontata nel modo giusto"."

Phoene Hoban, "Basquiat", Roma, Alberto Castelvecchi Editore, 206. p.415


Avete presente la scena dove Jean-Michel guarda una via, e gli viene
incontro all`improvviso un`onda? Ecco.

Cosi` ci si sente quando la pittura e` come deve essere.

JSchnabel_Untitled_2007_460x705.jpg

Poi, c`e` anche una seria di opere di Schnabel che riprende l`idea
dell`onda enorme e del surfista, io ne ho vista una, del 2006. Bella.
Forte. Liquida. Semplice. Piena.

Poi c`e` Jane Birkin #1 del 1990. Cosi` semplice. Cosi` nuvola. Cosi` un
quadro non quadrato per niente. Cosi`, semplicemente cosi`.

O quelli enormi, come Anno Domini.

E cosi` via.

[Pausa]

Julian Schnabel. Gia`.

 
red.jpg – sempre io che gioco con la silhouette di Julian 
 
"Ogni tanto Basquiat lavorava con Chris Sedlmayr, proprietario di
un`impresa edile che su chiamava Clamp Down e che in seguito costrui`
alcuni degli allestimenti scenici per i Gray. "Si faceva vivo ogni volta
che doveva fare un concerto a SoHo", dice Sedlmayr, anche lui un artista
frustrato, che ammoniva Basquiat sulle crudeli realta` del mondo
dell`arte. Ricorda una volta in cui stava allestendo le luci per una
mostra di Schnabel alla Mary Boone Gallery, e Basquiat gli dava una
mano: "Entro` Schnabel con una pelliccia di visone e scarpe arancioni di
pelle di maiale fatte su misura. Solo due giorni prima faceva il
lavapiatti. Ero uno scultore trentaduenne e cinico, e cercavo di
trasmettere a Jean il senso di un vero lavoro etico.""

sempre Phoene Hoban, "Basquiat", p.67

 
Julian Schnabel – da figlio di un "immigrante" diventa cuoco newyorkese
e pittore e surfista e tant`altro. Valutato, stravalutato, rivalutato.
"Not an important failure"? Chi sa.

"Ero li` in piedi in una stanza che non era piu` grande di ventisette
metri quadri." racconta Mary Boone. "Dal pavimento al soffitto tutto era
letteralmente ricoperto di dipinti. E devo dirti che mi piacevano pure.
Credo di avere detto a Julian qualcosa come "Di solito ci metto un po` a
entrare nelle cose, ma trovo che i tuoi lavori siano abbastanza buoni".
Ma invece di esserne lusingato, Julian si senti` insultato e disee:
"Abbastanza buoni? Di che stai parlando? Sono il piu` grande artista
della mia generazione e da qui a cinque anni saro` sulla copertina di
"Art Forum""

Phoebe Hoban. "Basquiat", p. 295

Julian Schnabel pare quindi un artista parecchio discusso. Penso solo
che prima di andare alla mostra avevo letto alcuni articoli in rete,
molto polemici e col dubbio che JS sia sopravalutato o si chiedevano se
"sa disegnare". Il mio pregiudizio stava diventando un`idea di un Julian
Schnabel come la versione "bianca" e viziata di Basquiat. Una moda,
quasi. E invece la mostra mi ha dato una sensazione tutt`altra. Chiaro,
non scrivo come critica, che non lo sono. La mia e` un`impressione a
pelle, sensoriale, personale. Ma so per certo che alla mostra non ho
pensato alla "costruzione" o "anatomia" delle figure nei quadri, ne ai
prezzi sul mercato delle opere, ne cercavo dentro i "punti di fuga" e
"orizzonti" ne mi facevo domande tecniche di qualsiasi tipo. E perche`
avrei dovuto?

 
j_schnabel_with_m_ali_instudio_1995_by_a_leibovitz.jpg
 
La pittura, dopotutto, e` magia.

O come ha scritto Delacroix: "Gli uomini che nascono pittori sanno per
istinto come trovare il modo di esprimere le proprie idee."

E` quello che conta. Fare succedere. Esprimere.

Poi c`e` la tecnica, l`esercizio, il famoso "imparare a disegnare".
Volendo. Ma e` secondario. Alle volte e` secondario, alle volte e`
un`altra cosa, altre ancora diventa solo una questione di campare
disegnando. Eh.

Capitolo a parte, forse.

Devo dimenticarmi di non perdere il senso dell`alchimia, quindi.

La capacita` di fare succedere.

La magia.

Che sono anch`io un cuoco surfista.

 
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