3 settimane di western – ma il mio Tratto e` una febbre

Finalmente stanno finendo le mie 3 settimane di western, e posso uscire dal tunnel.

Di
cosa si tratta? Semplicemente e` ricominciata la scuola di fumetto e il
primo esercizio che dovevo fare erano 2 tavole di western. Clickate
continua per leggere di piu` e per le altre immagini.

Quindi, c`era da affrontare il "genere western", e in due settimane produrre due tavole, documentazione, storyboard, matite e inchiostrazione compresi. Per niente facile, in nessun senso.

La sceneggiatura era questa:

Dovrebbe essere un qualcosa ripescato da qualche parte ma non sono sicura. Ad ogni modo si tratta di due "cavalieri", di quali "uno dei due (puo` essere un pellerossa o una donna) e` prigioniero dell`altro, ha le mani legate davanti per potersi reggere in sella. Tace sempre. L`altro puo` essere un rappresentante della legge oppure un fuorilegge, a scelta."

EH. Un cowboy fa prigioniero o una donna o un "pellerossa". La primissima decisione spontanea era "non esiste che sia una donna". Questa soddisfazione, di disegnarli una donna legata, al "popolo del fumetto", quasi completamente maschile, non volevo darla. Quindi ho disegnato un "indiano". Anche qui avrei potuto avere la geniale idea di stravolgere la sceneggiatura a modo che l`indiano vince, come ha fatto uno della classe e come l`anno scorso avevo fatto io con la ragazzina del adattamento di "M – il mostro di Dusseldorf", che aveva sconfitto lo sfigatissimo assassino.

Invece no. Mi e` venuto un attacco di sfida accuta, cioe` dovevo sfidarmi a tutti costi nell`arena del "realistico".

In realta` piu` che altro volevo INSISTERE sulla documentazione, visto che ho scoperto che non mi conviene disegnare qualcosa prima di aver capito come e` fatto questo qualcosa. E l`ho fatto, sono andata pure al maneggio per disegnare i cavalli dal vero. Ho usato anche le foto per completare la documentazione. Ho fatto tanti studi preparativi. Non mi sono fatta fare fretta (piu` di tanto. Le 2 settimane sono diventate tre. E tutto cio` e` importante.

Poi ho visto il texone di Corrado Mastantuono (immagine sotto non rende l`idea, magari solo un po`, e chiaramente non e` un disegno mio) e sono impazzita. Voglio anch`io disegnare cosi`. Yeah, right. Per adesso e` troppo presto. Per adesso.

 

WoW. Io, nel 2007, invece: 

Gia`, il mio tratto, ne parlano gia`, alcuni, e certo che e` presto, prima il mestiere… Ma il tratto cos`e`? Cominciamo da cosa il mio Tratto NON e`. Il mio Tratto non e` quello che vedete nelle mie tavole, anche se gli somiglia. No. Non ancora.

NO. 

Il mio Tratto e` una febbre.

Il mio Tratto e` quella febbre che mi prende quando devo fare un Segno su carta. [EDIT_16_Nov_2007] E un segno sulla carta non e` un ricalco di quello che c`e` nel mondo, la fuori. Un segno, come ha detto una volta Lorenzo Sartori, citando (forse solo in parte) forse Baudoin… vabbe` non mi ricordo le parole esatte ma un segno ha una sua musica. Disegnare e` un po`come suonare la musica. Ogni volta che ci si mette un tratto sul foglio si disegna anche lo spazio negativo intorno. Questo l`avrebbe detto Baudoin. Credo. [fineEDIT]

(Tutti i disegni in questo post sono incompiuti. Tranne quello di Mastantuono, chiaramente 😀 

e questi sotto sono proprio degli sperimenti.

Probabilmente non continuero` in quella direzione ma era interessante.) 

 

[EDIT_16_Nov_2007] 
Ho un po` aggiornato l`articolo perche` mi sembrava troppo uno sfogo infantile. Anche adesso rimane abbastanza uno sfogo, spero almeno meno infantile. Mi scuso se ho offeso qualcuno. 

[EDIT_07_Dic_2007]  Ho aggiornato ancora l`articolo. Eh si, e` un periodo pieno di trasformazioni.

Diciamo che un evento importante era andare in Croazia al festival di fumetto, dove ho visto Ferri, Burattini, Laurenti, Verni, Sedioli e Nuccio…. Ho riscoperto Zagor e Tex, sono ritornata piena di entusiasmo, e subito dopo  di conseguenza di quel entusiasmo ho fatto tanti esercizi di disegno e sono migliorata nella prospettiva e anatomia ecc. Adesso mi sento un po` piu` tranquilla per quanto riguarda il disegno in senso stretto, la tecnica e il mio percorso come disegnatrice.

 


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